Applausi. Celebrazioni. Soddisfazione e sospiri di sollievo.
Le pensioni degli invalidi sono salve! Il 28 dicembre INPS, complice la sonnolenza festaiola, aveva diramato una circolare che in due righe avrebbe cambiato la vita di qualche decina di migliaia di pensionati, in questo caso infelicemente, coniugati.
Eh sì! Dal primo gennaio 2013 avrebbero continuato a percepire la pensione d’oro di 275 euro al mese sono se il loro reddito sommato a quello del coniuge, non superasse i 16 mila e rotti euro annui. Lordi, of course.
Sembra niente, ma fino a 31 dicembre il limite reddituale era solo personale, quindi non sarebbe stata una botta da poco.
Si sono incazzati un po’ tutti: sindacati, parlamentari, associazioni. Da ultimo persino Elsa Fornero, il Ministro del Lavoro al quale INPS dovrebbe rispondere delle sue azioni. E la Elsa, plaudita finalmente, chiede formalmente a INPS di sospendere quella circolare in attesa di chiarimenti.
E INPS, lesto lesto, ritorna finalmente sui suoi passi.
Tutto è bene quello che finisce bene. Così pare. Ma mentre in molti sbranano il vitello grasso per festeggiare la “propria” vittoria, qualche tarlo sgranocchia in testa.
Perché INPS ha rischiato un contenzioso devastante e dagli esiti incerti appoggiandosi ad una debolissima sentenza di Cassazione?
Perché ha atteso il 2013 quando la sentenza era già disponibile nel marzo del 2011?
Chi è il mandante politico di questa decisione?
Quali erano i reali obiettivi di quella circolare?
Tutto si può dire tranne che all’INPS siano degli sprovveduti o che le decisioni o le singole parole non siano soppesate con attenzione. Quindi la tesi della svista accidentale o della sopravvalutazione non sono credibili.
Quell’indicazione è stata oculatamente calcolata. Sono stati valutati i rischi e i possibili vantaggi. Ed è sui possibili vantaggi che ci si deve interrogare.
Uno, ma certo non il più importante, è quello del risparmio immediato sulle pensioni. Ma è minimo. Si può prevedere, largheggiando, un risparmio di 300 milioni annui, cifra del tutto irrilevante rispetto alla spesa totale per le provvidenze agli invalidi (circa 16 miliardi l’anno). Una cifra che verrebbe ridotta di molto a seguito di probabili contenziosi sfavorevoli all’Istituto.
Il secondo vantaggio è più subdolo, ma più complesso. L’ultima legge di Stabilità prevede che vengano effettuati 450mila nuovi controlli straordinari a caccia di falsi invalidi. Si aggiungono agli 800mila controlli già effettuati dall’INPS negli ultimi 4 anni e che hanno dato esiti veramente sconsolanti, oltre a produrre un sovraccarico spaventoso per INPS.
Anche se, nel frattempo, il Presidente INPD Mastrapasqua andava dal Ministro di turno (Tremonti prima, Grilli poi) a vendere la pelle dell’orso, a promettere fantastiliardi di risparmi.
Inoltre, per l’Istituto, diventa sempre più difficile individuare il campione su cui effettuare i controlli. Infatti bisogna espungere tutte le persone già controllate, i minori, tutti gli invalidi verificati (in via ordinaria) dall’INPS dal 2007 in poi, tutti quelli di nuovo riconoscimento. Non è che ne restino poi molti.
In aggiunta, e non è poco, per legge i nuovi controlli non devono comportare spese aggiuntive per INPS. Figuriamoci: sono di medici di rinforzo in due anni la spesa di INPS è passata da 9 a 27 milioni di euro.
I controlli sanitari sono un bagno di sangue: costi amministrativi, costi dei medici, costi di ricorso, allungamento dei tempi ordinari di concessione, interessi legali (altra quindicina di milioni di euro l’anno).
Per fortuna la legge di Stabilità precisa che i 450mila controlli sono sanitari e “reddituali”. E il controllo reddituale è molto meno costoso, più rapido, meno contestabile.
Ma su che campione? Le indennità non prevedono requisiti reddituali e sono quindi fuori gioco. Gli assegni agli invalidi parziali sono irrilevanti in quanto a numeri e a limiti reddituali. Rimangono le pensioni i cui requisiti però sono controllati ogni anno.
E allora cambiamoli al volo ‘sti requisiti! Così da poter far rientrare il controllo che dovrebbe essere ordinario, in quello straordinario imposto per legge.
Vantaggio: minori spese per INPS, rientro certo (300 milioni sono comunque larghissimamente al di sopra del ricavo ottenuto negli ultimi anni dalla fantalotta ai falsi invalidi), credibilità presso il Ministero dell’economia, garanzie di rinnovo della carica presidenziale in scadenza.
Ma c’è un altro elemento che fa sospettare il Ministero dell’economia. Vi ricordare com’è finita la storia dei malati di SLA che chiedevano il rifinanziamento del Fondo per la non autosufficienza? (lo chiedevano per tutti non solo per loro!)
È finita che la Camera ci ha messo 200 milioni. Che il Ministero dell’economia (impegni del sottosegretario Polillo) avrebbe dovuto trovarne altri 200 ma non l’ha fatto: è riuscito solo a produrre uno sberleffo di comma che prevede che 40 milioni per il Fondo per la non autosufficienza derivino dai controlli sui falsi invalidi. Ovviamente è una bufala: Quei 40 milioni non sono nemmeno certi. Potrebbero essere molti meno e saranno “restituiti”, se del caso, dopo una valutazione pluriennale. Il che significa, forse, alla fine del 2014.
Per cui il Ministero dell’economia fa il riccone con le frodi altrui.
Per completezza il Senato, strappandoli con le unghie, ha aggiunto solo altri 75 milioni al Fondo per la non autosufficienza, ma se era per il Ministero dell’economia la destinazione reale rimaneva a 200.
Ma dove si trovano quei finti 40 milioni? Dai controlli come già detto, ma siccome non bastano ecco il trucco dei nuovi limiti reddituali sugli invalidi totali.
Ora INPS e Ministero dell’economia dovranno architettare qualche altra soluzione per contenere le spese sui controlli e per individuare campioni efficaci di persone a cui revocare le pensioni.
Intanto un trucco contabile e di liquidità l’ha già previsto nella stessa Circolare incriminata.
Sì, perchè da quest’anno INPS diventa ancora più implacabile sulla sospensione del pagamento delle pensioni e delle indennità. Spiego meglio chi sono i bersagli.
Sono tutti quegli invalidi per i quali sia prevista una revisione. In questo novero ci sono anche tutti i neomaggiorenni che, bizzarramente, al compimento del 18esimo anno di età devono essere nuovamente valutati da una commissione sanitari il cui verbale è poi verificato da INPS.
Ed ecco la tegola: la Circolare 149/2012 prevede che pensioni, indennità, assegni siano categoricamente sospesi dal primo giorno del mese successivo della data di revisione e, poi, se la revisione va a buon fine, vengano erogate nuovamente con gli arretrati. Intanto il disabile non percepisce nulla in attesa di …
Potrebbe anche sembrare logico se non fosse che i tempi medi di attesa fra domanda di accertamento e concessione della provvidenza sono di 278 giorni per l’invalidità civile, 325 giorni per la cecità civile. I sordi aspettano di media 344 giorni. Sono questi i dati certificati dalla Corte dei Conti.
E il motivo di tale ritardo ce lo dice la stessa Corte: INPS è troppo impegnato nei controlli sui falsi invalidi.
Per ora è tutto. Forse. (Carlo Giacobini)