Va tutto bene, Madama la Marchesa

E niente! Non ce la fa: il Ministro per le disabilità proprio non ci riesce ad ammettere che qualcosa è andato storto. Un vero peccato che la passione – innegabile – finisca per oscurare le evidenze dei numeri. Non l’aiuta certo nell’acquisizione di una pragmatica consapevolezza il circolo di portatori d’acqua che la circondano, sempre pronti a scuotere il capoccione in segno di assenso, a battere le devote manine o ad usarle per fare da megafono.

Ma tant’è: il Fondo per attuare la legge delega di competenza 2023 se l’è ripreso il MEF per farci altro, altre misure che non c’entrano nulla, nemmeno di sghimbescio, con la disabilità. Sono 350 milioni. La nostra si guarda bene da rammentare ai critici (pochi) che il Governo precedente aveva compiuto lo stesso forzoso prelievo lo scorso anno, forse perché chi l’ha preceduta era in quota del suo stesso partito, la Lega.
No, preferisce inquadrare lo storno fra i fatti ineluttabile ripetendo lo stesso sillogismo: il Fondo serviva per attuare la delega sulla disabilità. Nel 2023 i decreti attuativi non ci sono, dunque, secondo il Ministro l’operazione è lecita. E lo è. Quello che non è etico – lo ripetiamo – è che quei 350 milioni non siano stati diretti comunque verso le emergenze croniche della disabilità. Su questo non risponde. Glissa.


“Quello che semplicemente è successo, e non capisco perché sia stato male interpretato, è che i decreti li ho appena portati e nel 2023 non ho potuto utilizzare subito queste risorse con il Mef che li ha slittati sul 2026, da quando ci saranno 85 milioni di euro in più a decorrere e quindi per sempre e sullo stesso fondo che a questo punto è anche aumentato. Non capisco sinceramente queste polemiche – ha aggiunto – che tra l’altro mettono confusione nelle persone che poi pensano che vengano toccati altri fondi e altre misure”. (ANSA, 8 novembre)
Il MEF ha “slittato” al 2026 85 milioni, non 350. Gli altri? Li restituisce un tanto l’anno? Nel 2026 fra l’altro, quando saranno (forse) a pieno regime i nuovi criteri e percorsi di accertamento (volutamente uso questo termine) della disabilità, 260 di quei 385 milioni saranno destinati a INPS e alle sue commissioni.
Quanto ai decreti appena portati … I decreti legislativi entrano in vigore dopo che sono stati pubblicati in Gazzetta, dopo il parere delle Camere e dopo tutto l’iter seguente. Per ora, al netto dei roboanti annunci, sono stati approvati in Consiglio dei Ministri e devono ancora essere depositati alle Camere. Nel frattempo può essere che il MEF abbia qualcosa da eccepire. Ad ogni buon conto, alla fine di questo percorso, il decreto sui nuovi accertamenti della disabilità verrà sperimentato nel 2025 e, forse, entrerà a regime sono nel 2026. Il che fa sospettare che nel 2024 il relativo Fondo sarà nuovamente stornato, in tutto o in parte, verso altri lidi.

Mettiamo confusione nelle persone? O piuttosto apriamo loro gli occhi?
Pensate – poveri tonti – che vengano toccati altri fondi e altre misure? Beh…
La Locatelli giusto ieri annuncia trionfante a mezzo stampa il Fondo unico per l’inclusione dei disabili previsto dalla legge di bilancio. Il Fondo avrà come dotazione «231,8 milioni di euro annui a decorrere dal 2024» e nel quale confluiranno «tutte le risorse oggi stanziate in fondi minori e settoriali, sempre dedicati a interventi per favorire l’assistenza e l’inclusione delle persone fragili». (Corriere della Sera, 7 dicembre 2023)
In tre righe due omissioni e un’affermazione da smentire.
Nel Fondo unico confluiscono quattro fondi già esistenti. Definire minore e settoriale il “Fondo per l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità” mi sembra quanto meno un azzardo. Consta quel fondo, per il 2024, di 200 milioni già stanziati lo scorso anno che servono per consentire a molti bambini e ragazzi con gravi disabilità di frequentare la scuola.
Non risponde al vero che nel Fondo unico confluiscono tutte le risorse oggi stanziate. Non vi confluisce il Fondo per il dopo di noi e nemmeno quello per attuare la legge delega, tanto per citarne due.
Eppoi per costituire il Fondo Unico vengono soppressi il citato il Fondo per l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità (erano 200 milioni nel 2023) il Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità (erano 100 milioni nel 2023); il Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare (erano 30 milioni nel 2023); il Fondo per l’inclusione delle persone sorde e con ipoacusia (erano 6 milioni nel 2023). Totale 336 milioni, nel 2023.
336, avete letto giusto: non si comprende davvero la baldanza del Ministro nell’annunciare 231,8 milioni di euro annui a decorrere dal 2024. Nella costituzione del Fondo unico si sono persi per strada 104 milioni di euro. Ne vogliamo parlare?


Forse prima di vagheggiare il Fondo unico era opportuno rifinanziare quelli azzerati per il 2024, ad iniziare da quello per i caregiver familiare che già contava su una somma ridicola. Mancano le risorse? Manca la copertura? Volendo si potevano usare quei 350 milioni che il MEF si è ripreso.
Su tutto ciò si raccolgono paludate, deferenti, imbarazzanti dichiarazioni – se non silenzi – di chi dovrebbe, almeno in questi casi, alzare la voce. Ma si sa: la legge di bilancio è alle porte e alla fine qualche mancetta arriva.
Ancora stranamente debole la reazione delle opposizioni parlamentari. Bizzara anche l’assenza di contrappunto da parte di Fratelli d’Italia. Sembra quasi di sentire un sussurro di sottecchi “La disabilità … ah … è roba che abbiamo lasciato alla Lega”.


Non è uno degli scenari migliori. È solo per questo che non mi associo nel rassicurare la marchesa che va tutto bene.