Il ritardo è la forma più mortale di diniego
(Cyril Northcote Parkinson)
Mentre prosegue alacremente presso le Commissioni delle Camere l’analisi della riformona sul riconoscimento della disabilità e sul progetto di vita (individuale, personale e partecipato: sia mai che scordiamo le apposizioni), ci resta un po’ di tempo per fare due conti sulla novella valutazione di base.
In un’unica seduta verrà contemplato tutto il valutabile. Lo farà una commissione di due medici e di un operatore sociale (o psicologo) sotto la regia e alle dipendenze di INPS, usando nuove metodologie e rifacendosi a classificazioni internazionali. La commissione sarà spalleggiata dalla presenza di un medico delle associazioni di categoria (nominato dall’INPS, non dalla persona).
Un bell’impegno, non c’è che dire, anche in termini di risorse necessarie. Il decreto contenitore della riformona infatti prevede a regime di 215 milioni l’anno, a cui si aggiungono poco meno di 33 milioni per i medici delle associazioni di categoria. 248 milioni è il totale: una spesa che drena il 67% del Fondo per la disabilità (sempre a regime).
Per l’operazione infatti servono 1069 nuovi medici, 142 funzionari amministrativi, 920 funzionari in ambito sanitario per i quali il decreto autorizza l’assunzione.
Verrebbe da pensare che questo personale sia sufficiente a condurre tutte le valutazioni di base in tutta Italia. In realtà non è così e lo comprendiamo nelle pieghe della relazione tecnica. INPS li ha fatti i conti di quanto personale complessivamente sarà necessario e comprende oltre ai neo assunti anche una parte di operatori già dipendenti dall’Istituto.
Totale: 1.562 medici, 781 operatori sociali e psicologi, 312 operatori sanitari, 203 operatori amministrativi.
Dunque tenuto conto che 493 medici sono già dipendenti di INPS, oltre i due terzi saranno “nuovi del mestiere”. Con quello che ne può derivare e sempre con l’interrogativo di dove si troveranno vista l’endemica penuria di medici.
Con questi numeri dovrebbero essere operanti in Italia 781 commissioni. Sembrano molte ma non lo sono… Pazienza: alle liste di attesa siamo abituati e in alcune aree del Paese ormai ci abbiamo fatto il callo.
Ma come è arrivato INPS a questa stima? Ha calcolato che realisticamente ci siano 875 mila visite l’anno. È una cifra piuttosto credibile dato che attualmente numero totale delle persone che chiedono l’invalidità civile e/o lo stato di handicap sono pari (inclusa una stima delle revisioni) a circa 1.750.000. Considerando che il 50% degli accertamenti riguarda anziani che dovrebbero (dovrebbero…) essere esclusi dalla nuova valutazione di base, ecco che si arriva ottimisticamente a 875 mila visite.
Interessante anche l’altra stima: una commissione (due medici) dovrebbe essere in grado, a parere di INPS, di effettuare 5,3 visite (persone) al giorno per 210 giorni all’anno.
Significa che per una visita è calcolata circa un’ora (chi si è sottoposto a visita negli ultimi anni coglie la differenza di minutaggio).
Ci sta: c’è il famoso WHODAS da somministrare, ci sono una serie di valutazioni ICF e ICD oltre a quelle per l’inclusione lavorativa (legge 68/1999), oltre alla documentazione clinica da analizzare. Nel calcolare questa media INPS riflette sul fatto che per il minori non è previsto di somministrare il WHODAS il questionario “utile” a definire il profilo di funzionamento e il grado di intensità dei sostegni e questo ridurrebbe i tempi medi.
Personalmente temo che le previsioni dell’INPS siano eccessivamente prudenziali e ottimistiche, un timore che arriva da due o tre considerazioni che mi auguro si rivelino infondate.
La prima: è si vero che per i minori non è previsto il WHODAS, ma nella loro valutazione è anche richiesta quella per il profilo di funzionamento e, pur ancora in assenza delle linee guida per la sua elaborazione che dovevano essere emanate già da tempo, questa è tutt’altro che una passeggiata.
La seconda: sciaguratamente il decreto comprime enormemente la modalità – che oggi è particolarmente usata e prevalentemente molto utile agli interessati – della valutazione sugli atti evitando la visita diretta. Questa esclusione (di fatto) allungherà i tempi medi e quindi le liste di attesa.
La terza riguarda gli anziani. Si stanno rivedendo le modalità di accertamento delle loro condizioni di non autosufficienza che saranno valutate da commissioni differenti e specifiche, ma non è detto che una parte di quel 50% di cui si è detto sopra non rimanga a carico delle commissioni per la valutazione di base della disabilità
La quarta è sul pregresso e sulle giacenze: quando vi sarà l’avviso della nuova procedura ci saranno tutti gli arretrati della vecchia (quella attuale) da smaltire e da eseguire con le procedure precedenti. Con grande gioia dell’INPS ci si troverà, oltre al sovraccarico degli arretrati, a dover gestire le relative domande con i criteri precedenti e quelle nuove con quelli “innovativi” di nuova introduzione.
Scriveva acutamente Cyril N. Parkinson, uno studioso della pubblica amministrazione: “Il lavoro si espande fino a riempire il tempo disponibile per il suo completamento.” E il tempo disponibile in questo caso è il vostro.