Non è grave che ci raccontino balle. È grave che ci si creda.
Ieri la Commissione Bilancio della Camera si è occupata di persone con disabilità. Non si è preoccupata di rimpolpare gli esangui Fondi Sociali ridotti a 200 milioni di euro per il 2013 o di garantire una risposta credibile a chi ha condotto uno sciopero della fame mettendo a repentaglio la propria vita.
No! È tornata sull’idea tanto cara a Tremonti (“un Paese con con 2.6 milioni di disabili non può essere competitivo”) e alle sindromi maniacali-fobiche di Reguzzoni che vede falsi invalidi in ogni angolo d’Italia (del Sud ovviamente). Il leghista bustocco nel luglio del 2011 arriva ad affermare che i controlli sui falsi invalidi hanno prodotto un risparmio di un miliardo di euro. Una bestialità senza fondamento che tuttavia i colleghi evitano di spernacchiare come questa asineria, prima matematica che politica, meriterebbe.
I controlli sui “falsi invalidi” condotti in questi anni hanno prodotto un tali disagi, abusi, contorsioni da convincere il Senato ad istituire una specifica Commissione di indagine.
Eppure, ieri, all’unanimità la Commissione Bilancio ha approvato all’unanimità un emendamento alla Legge di Stabilità che prevede di affidare all’INPS (guarda caso) altri 450mila controlli per stanare i falsi invalidi.
Quindi: 800mila controlli dal 2009 al 2012 (già effettuati) + 450 mila controlli fra il 2013 e il 2015. Un milione e 250mila persone controllate. Il che significa che bisogna definire un nuovo campione di persone sospette.
Gli invalidi civili sono circa 2 milioni e 200 mila tutti potenzialmente falsi.
Dai figuri sospetti, in forza di una legge del 2006, vanno escluse le persone con patologie stabilizzate o ingravescenti. Logica vorrebbe che venissero esclusi anche quelli che sono già stati controllati in precedenza. E sarebbe altrettanto logico escludere dal controllo chi ha ottenuto il verbale dopo il 2007, cioè da quando le verifiche sono diventate una competenza del rigorosissimo INPS.
Buon senso vorrebbe che venissero espunti dai sospetti anche gli ultraottentenni che generalmente sono affetti da gravi malattie degenerative, tanto evidenti quanto incontestabili. E gli ultraottantenni rappresentano da soli il 50% dell’universo.
Rimane quindi il dubbio inquietante di come INPS costruirà il nuovo campione di 450 mila persone senza violare la legge (ma questo non sembra mai rappresentare una remora per l’Istituto), ma soprattutto per risultare agli occhi dei suoi mandanti politici, come efficace e rigoroso.
Noi (ovviamente) sappiamo già come farà. Userà lo stesso trucco delle ultime edizioni di “Dagli all’invalido!”
Un trucco abbastanza squallido perchè spacciato da sensibilità nei confronti del Cittadino. Vediamo come funziona.
Forse non tutti sanno che al momento dell’accertamento dell’invalidità, la Commissione e poi l’INPS, possono stabilire una rivedibilità della condizione. Quindi il verbale è valido due o tre anni, dopodiché la persona deve sottoporsi nuovamente a visita. Fra le condizioni rivedibili ve ne sono molte che alla seconda visita comportano una riduzione della percentuale precedentemente riconosciuta.
Che ha fatto INPS nelle ultime due edizioni di “Dagli all’invalido”? Ha concentrato i controlli sulle posizioni comunque rivedibili. In tal modo ha evitato rogne eccessive con le persone escluse per legge dai controlli, ma sopratutto ha potuto spacciare una normale revisione come una revoca ad un falso invalido. Furbetti no?
Nell’edizione 2011 di “Dagli all’invalido” ne ha combinata una di memorabile. Ha preso le presone che erano rivedibili, ma ne ha accertato solo l’invalidità civile e non la condizione di handicap (legge 104/1992). Quindi molte persone si sono viste confermare la condizione invalidante, ma per ottenere la revisione dell’handicap hanno dovuto chiedere alla ASL un nuovo accertamento, poi verificato e convalidato – guarda un po! – dallo stesso INPS. Un vero esempio di efficacia amministrativa…
Nel frattempo ai media continuano a piacere le singole e isolate storie di finti ciechi e di finti invalidi, ma, al di là del fatto di cronaca, non si chiedono la reale entità degli esiti dei controlli. E a nessuno viene in mente di fare i conti in tasca all’INPS. Troppo potente per pestargli i piedi. Potente e presente nei principali quotidiani con i loro velinari proni a interviste inginocchiate al super presidente Mastrapasqua, il manager pubblico più pagato d’Italia.
Dopo quattro edizioni di “Dagli all’invalido” i dati sono piuttosto evidenti e documentati (Atti della Camera e Corte dei Conti): il risparmio annuo, in termini di revoche, è attorno ai 150 milioni di euro.
Attenzione: “revoche” non significa “falsi invalidi”. Lerevoche derivano anche, ad esempio, dalla riduzione della percentuale di invalidità da 100 al 95%. Anche Reguzzoni avrebbe difficoltà a sostenere che con il 95% si è falsi invalidi.
Quello è il risparmio lordo. Ma la spesa? Diamo un dato fresco fresco consultabile nella relazione ispettiva della Corte dei Conti (6 novembre 2012). Nel 2010 la spesa per pagare medici esterni è stata di 9 milioni di euro. Nel 2011 questa spesa è aumentata del 300% = 27 milioni di euro.
In un’azienda privata il Consiglio di amministrazione sarebbe stato preso a calci.
Pensate che questo spaventoso investimento in risorse esterne abbia migliorato la qualità delle prestazioni verso il Cittadino?
Macchè … troppo impegnati per dare la caccia al falso invalido, i signori dell’INPS conservano tempi elefantiaci per gli invalidi veri. Ce lo dice la Corte dei Conti segnalando i lunghi tempi di erogazione, dalla data della domanda (in media di 278 giorni per l’invalidità civile, 325 giorni per la cecità civile e 344 giorni per la sordità) alla concessione delle provvidenze. (Occhio: sono “medie”, ma ci sono simpatici picchi che arrivano quasi al doppio).
Ma il danno di questi ritardi non è solo per la persona con disabilità che attende il verbale. È anche per l’Erario. Infatti INPS, per i suoi ritardi, ci costringe a sborsare gli interessi legali sulle provvidenze erogate in ritardo.
L’anno scorso (2011), INPS ha dovuto pagare la bazzeccola di 37 milioni di interessi per i suoi ritardi di pagamento; il 63% riguarda le pensioni degli invalidi civili.
Senza contare il contenzioso in giudizio. C’è un dato generale già di per se inquietante: un quinto delle cause civili dibattute in Italia vede l’INPS come controparte.
In questo quadro al 31 dicembre 2011 c’erano 325.926 cause giacenti relative all’invalidità civile.
Nel 2011 sono stati definiti 349.595 giudizi. INPS ha avuto sentenza favorevole in 144.402 casi. Che bella performance … L’INPS perde la metà delle cause.
Per ogni causa un legale per INPS, un legale per l’invalido, un perito per INPS, un medico legale per l’invalido, un consulente tecnico di ufficio nominato dal Tribunale.
Calcolate un costo prudenziale di 10.000 euro a causa (che qualcuno paga) e avrete la dimensione del giro di affari. Secondo voi può esserci l’interesse a scardinare questo sistema?
Le prossime edizioni di “Dagli all’invalido” sono funzionali a tutto ciò, oltre a mantenere e rafforzare centri di potere, rapporti di forza, disponibilità di risorse.
Il tutto a spese del Cittadino e a carico dell’Erario e nella beata incoscienza della Commissione Bilancio.
Fa sorridere che nell’emendamento approvato si preveda che la nuova marea di controlli sia a costo zero, cioè venga svolta nella ordinaria attività dell’INPS e senza l’impiego di risorse aggiuntive. Ad essere buoni viene da pensare che i deputati non abbiano letto le Delibere della Corte dei Conti. Ad essere cattivi viene da insinuare che ci sia un qualche avanzo di gestione presso INPS e che questo abbia trovato il sistema per trattenerselo con la scusa delle nuove edizioni di “Dagli all’invalido”.
Di certo INPS non è né efficace né efficiente.
Il premio per l’efficacia (un tantino grottesca), semmai spetta alla Guardia di Finanza che da qualche settimana ha messo a disposizione online un simpatico fac-simile che consente la delazione, facendo salvo l’anonimato del delatore, dei falsi invalidi. È sufficiente segnalare il nome del falso e indicarne comportamenti sospetti quali guidare, muoversi, uscire di casa non accompagnato …
Strano Paese il nostro che da un lato si commuove per i malati di SLA, dall’altro si nutre di luoghi comuni e di pregiudizi rendendo la vita impossibile a loro e a migliaia di altre persone con disabilità. (Carlo Giacobini)